Silenzi Di Fausto Corsetti

Scritti a cura di Fausto Corsetti; Foto a cura Mazzotta Massimo

Una dimensione che invita alla contemplazione e alla riflessione, rifugio accogliente e materno in una realtà sempre più frenetica, delirante e rumorosa: quiete densa di un’esperienza rigenerante e trasformativa.
Il silenzio.
Ai nostri giorni siamo inondati dalle parole, dalle chiacchiere, dal rumore, a tal segno che la comunicazione tra esseri umani è, talvolta, assimilabile ad una sorta di inquinamento acustico, problema ecologico e sanitario tra i più preoccupanti.
Funamboli di ardite metafore, affabulatori, parolai imperversano, affascinano: una bella frase, il giusto tono di voce, una mimica vivace et voilà, il gioco è fatto.
Quanta leggerezza, superficialità, esagerazione in giro!


Nei giornali, alla radio, in televisione, nei piccoli schermi, lisciati e saltellati da dita impazienti, sembra quasi che la parola sia diventata uno strumento obbligato per l’affermazione e la celebrazione di se stessi.
È, dunque, comprensibile che molti avvertano intensamente il bisogno del silenzio, vorrebbero cioè imparare a tacere per riscoprire il fascino del silenzio e, insieme, la bellezza di forme di comunicazione non verbali. Tacere equivale a digiunare verbalmente e il silenzio è paragonabile al digiuno fisico, entrambi salutari quando lo esigono il corpo e la mente.
Il silenzio non è semplicemente assenza di rumore e di parola, ma è realtà assai più complessa.
C’è un silenzio necessario in certi luoghi, e come tale imposto; c’è silenzio persino tra le note musicali…
Accanto a questi silenzi funzionali, ve ne sono altri negativi o addirittura mortiferi: silenzi che “pesano”, che rendono inquieti e spaventano, silenzi opprimenti, abissi di silenzio! Di più, esistono silenzi complici e pieni di viltà, silenzi che dovrebbero essere spezzati dalla dignità e dal coraggio; silenzi che paralizzano la comunicazione, silenzi amari di solitudine sofferta.
Ci sono, però, silenzi benefici, irrinunciabili.
In primo luogo, il silenzio rispettoso della parola dell’altro, ma anche il silenzio scelto nella consapevolezza che “c’è un tempo per tacere e un tempo per parlare”.
Un silenzio particolare è quello dell’amicizia e dell’amore, un silenzio di presenza e di pienezza, in cui il semplice stare insieme è fonte di gioia.


In alcuni momenti, poi, l’unico modo per consolare un amico può essere soltanto tacere: le parole, a volte, sono insufficienti ad esprimere la profondità del nostro affetto e della nostra empatia. Un semplice abbraccio o un leggero tocco possono dire molto. Molto di più.
Vi è infine il silenzio interiore, nel cuore di ciascuno di noi, per esplorare i nostri pensieri, le nostre emozioni in modo intimo e profondo. È occasione per trovare la nostra vera essenza, per connetterci con la nostra parte più autentica, per abbracciare la presenza dell’Altro, Infinito dentro di noi.
Fare silenzio e apprendere la difficile arte di tenere a freno la nostra smania di parlare ci consentono, progressivamente, di far emergere nuove e inaspettate energie, che si traducono in un’attività intellettuale più feconda: nel silenzio diventiamo più ricettivi, sappiamo meglio ascoltare, osservare, odorare, toccare, anche gustare.


Lunghe ore di silenzio ci rendono diversi, ci aiutano a guardare dentro di noi, a dimorare con noi stessi e, soprattutto, ad ascoltare ciò che ci abita in profondità. E così impariamo, a poco a poco, quanto siamo fragili ad accogliere la presenza degli altri e quali sono le ragioni autentiche per cui parliamo. Scopriamo cioè che le nostre parole sono spesso strumento di conquista e di seduzione, mezzi per permettere al nostro “io” di acquistare potere, successo, dominio sugli altri: parole aggressive e interessate, piegate a scopi inconfessati e inconfessabili, strumenti di manipolazione…
Dunque, un’esortazione: impariamo a parlare attraverso la pratica consapevole del silenzio; vigiliamo affinché le nostre parole siano sempre fonte di dialogo e di conoscenza, di consolazione e di pace!
Consolante e pacifica si adagia la quiete sulle distese verdi e gli alberi sono i custodi di questo dono prezioso. Non è soltanto silenzio fisico, ma atmosfera di calma, di serenità che avvolge, trattiene, incanta.
È possibile ascoltarne il respiro, il canto, la voce silenziosa ma potente: ci parla di bellezza, di forza, di speranza. Il silenzio degli alberi è risorsa inestimabile che dobbiamo custodire e preservare, consapevoli che in essa possiamo trovare, o recuperare, misura, equilibrio ed armonia, per vivere in modo più rispettoso della natura e di noi stessi.